Studio Legale Giannini

Avv. Federica Giannini
28 mar 2025
Una sentenza che cambia le regole: la Corte Costituzionale apre nuovi scenari sulle adozioni per single
La recente sentenza della Corte Costituzionale ha riacceso il dibattito sulle adozioni da parte di persone single, segnando un possibile punto di svolta nel diritto di famiglia italiano. Da sempre il nostro ordinamento ha riservato l’adozione piena alle coppie sposate, lasciando ai single solo alcune forme di tutela, come l’affidamento o l’adozione in casi particolari. Tuttavia, questa decisione potrebbe rappresentare un’apertura verso un nuovo modello normativo, in linea con le evoluzioni della società e con il principio del superiore interesse del minore sancito dalla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dall’art. 3 della Costituzione.
Il quadro normativo prima della sentenza
In Italia, l’adozione è regolata dalla Legge n. 184/1983, che prevede due tipologie principali:
Adozione legittimante, riservata alle coppie sposate da almeno tre anni, che recide ogni legame con la famiglia di origine del minore.
Adozione in casi particolari, prevista dall’art. 44 della stessa legge, che consente l’adozione anche ai single ma con effetti più limitati rispetto a quella legittimante.
Fino ad oggi, il nostro ordinamento ha riconosciuto ai single solo la possibilità di adottare nei seguenti casi:
Se il minore è portatore di handicap e si trova in stato di abbandono;
Se è figlio del coniuge dell’adottante;
Se l’adozione è considerata l’unica possibilità per garantire il benessere del minore.
La sentenza della Corte Costituzionale: i punti chiave
Con la sentenza n. 33 del 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di alcune disposizioni della Legge n. 184/1983, nella parte in cui escludeva la possibilità per i single di accedere all’adozione piena, anche quando ciò fosse nell’interesse del minore.
I punti chiave della decisione sono:
Principio di uguaglianza (Art. 3 Cost.): la Corte ha ritenuto discriminatorio escludere i single dall’adozione, considerando che la capacità genitoriale non dipende dallo stato civile.
Interesse superiore del minore (Art. 31 Cost. e Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia): la Corte ha ribadito che ogni decisione in materia di adozione deve essere presa considerando il benessere del minore come criterio primario.
Armonizzazione con il diritto europeo: la decisione si allinea con gli orientamenti della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che già da tempo riconosce il diritto dei single all’adozione in vari contesti.
In particolare, la Corte ha affermato che "il diritto del minore a una famiglia non può essere condizionato esclusivamente dallo stato civile del soggetto adottante, ma deve essere valutato caso per caso, alla luce delle specifiche esigenze del minore e delle capacità genitoriali del richiedente".
Inoltre, nella motivazione della sentenza si legge: "L’esclusione aprioristica dei single dall’adozione appare irragionevole e non rispondente alla realtà sociale attuale, che vede un crescente numero di famiglie monoparentali capaci di garantire un ambiente stabile e amorevole per i minori".
La decisione sottolinea anche che "non si tratta di un diritto assoluto all’adozione per i single, ma di un principio che impone un esame individuale delle circostanze, affinché l’interesse del minore resti sempre centrale".
Implicazioni giuridiche e sociali
Le conseguenze di questa sentenza potrebbero essere molteplici:
Maggiore accessibilità alle adozioni: se la giurisprudenza continuerà in questa direzione, sempre più single potrebbero accedere all’adozione senza restrizioni;
Possibili interventi legislativi: il Parlamento potrebbe essere chiamato a modificare la Legge n. 184/1983 per adeguarla alla nuova interpretazione della Corte Costituzionale;
Impatto sul dibattito politico e sociale: il tema delle adozioni per single è da sempre divisivo, con opinioni contrastanti tra chi ritiene che la stabilità di una coppia sia essenziale e chi sostiene che l’idoneità genitoriale dipenda dalla persona, e non dal suo stato civile.
Dal punto di vista internazionale, l’Italia è rimasta tra i pochi paesi a mantenere vincoli così rigidi sulle adozioni per single. In molti Stati europei, come la Francia, la Spagna e il Regno Unito, l’adozione da parte di persone non coniugate è già una realtà consolidata.
Conclusioni
Questa decisione apre nuove prospettive per molte persone single che desiderano adottare, riaffermando un principio fondamentale: il diritto di un bambino a crescere in un ambiente stabile e amorevole deve sempre essere prioritario rispetto a rigidità burocratiche e schemi sociali ormai superati.
Il dibattito è aperto e, con ogni probabilità, continuerà a evolversi nei prossimi mesi.