Studio Legale Giannini

Avv. Federica Giannini
28 gen 2025
Un dibattito acceso, tra vantaggi, rischi e un sistema che potrebbe evolversi: cos'è la separazione delle carriere tra pm e giudici e cosa significa per il nostro sistema giudiziario.
Il tema della separazione delle carriere tra pubblico ministero (pm) e giudice è tornato prepotentemente al centro del dibattito politico e giuridico in Italia. Ma di cosa si tratta esattamente e perché è così importante?
Come Funziona Oggi il Sistema
Nel sistema giudiziario italiano, pubblico ministero e giudice appartengono alla stessa carriera, quella della magistratura. Entrambi sono selezionati tramite il medesimo concorso pubblico. Dopo l'ingresso in magistratura, possono passare da una funzione all'altra previa richiesta e valutazione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). Tale passaggio è consentito solo in determinati momenti della carriera e rispettando specifiche condizioni, come un periodo minimo di permanenza nella funzione iniziale. Questa configurazione è una peculiarità del nostro ordinamento e si basa sul principio dell’unità della magistratura, volto a garantire indipendenza e autonomia rispetto agli altri poteri dello Stato.
Il pm ha il compito di esercitare l’azione penale e di rappresentare l’interesse pubblico, mentre il giudice è chiamato a decidere in modo imparziale, basandosi sulle prove e sui fatti. Nonostante i ruoli distinti, la comune appartenenza alla stessa carriera ha fatto sorgere perplessità sulla piena separazione delle funzioni.
Il Dibattito Attuale
Negli ultimi anni, il tema della separazione delle carriere ha suscitato un acceso confronto tra sostenitori e detrattori. Da un lato, chi è favorevole alla separazione sottolinea la necessità di garantire maggiore imparzialità e di eliminare ogni possibile conflitto di interesse. Secondo questa visione, l'attuale sistema potrebbe creare una percezione di vicinanza tra pm e giudici che rischia di compromettere la fiducia dei cittadini nella giustizia.
Dall’altro lato, i critici della separazione temono che questa riforma possa minare l'unità e l'efficacia del sistema giudiziario. La possibilità di un eccessivo distacco tra pm e giudici, unita al rischio di influenze esterne, potrebbe ridurre la capacità di cooperazione tra le due figure.
Negli ultimi giorni, il dibattito politico sulla separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudice ha registrato sviluppi significativi. Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha espresso una valutazione negativa sulla riforma proposta, evidenziando preoccupazioni riguardo all'istituzione di due Consigli Superiori separati e a un'Alta Corte disciplinare, ritenendo che tali modifiche possano compromettere l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Parallelamente, il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha annunciato la possibilità di un referendum sulla riforma nel 2026, qualora l'iter parlamentare proceda come previsto. Questi sviluppi evidenziano una crescente polarizzazione nel dibattito politico e istituzionale sulla separazione delle carriere, con posizioni divergenti tra le istituzioni coinvolte.
La Posizione degli Avvocati
Un ruolo cruciale nel dibattito è svolto anche dall’avvocatura, che si è mostrata generalmente favorevole alla separazione delle carriere. Gli avvocati ritengono che una netta distinzione tra pubblico ministero e giudice sia essenziale per garantire la parità tra accusa e difesa, tutelando il principio del giusto processo. Secondo il Consiglio Nazionale Forense (CNF), la separazione rafforzerebbe l’imparzialità del giudice, eliminando ogni percezione di prossimità tra chi accusa e chi decide.
Inoltre, l’avvocatura ha sottolineato come questa riforma rappresenti un passo necessario verso l’allineamento del sistema giudiziario italiano agli standard europei, dove la distinzione tra pm e giudice è consolidata. Tuttavia, gli avvocati richiedono che qualsiasi modifica sia accompagnata da misure concrete per garantire una maggiore efficienza e velocità del sistema giudiziario, evitando che la riforma si traduca in un aumento della burocrazia o in un peggioramento delle condizioni operative.
Pro e Contro della Separazione delle Carriere
I vantaggi:
Imparzialità rafforzata: La separazione delle carriere garantirebbe una netta distinzione tra chi accusa e chi giudica, migliorando la percezione di equità.
Allineamento con modelli internazionali: In molti Paesi, come gli Stati Uniti e la Francia, pm e giudici appartengono a carriere separate, garantendo un sistema meno ambiguo.
Indipendenza reciproca: La riforma ridurrebbe la possibilità di condizionamenti reciproci tra pm e giudici.
Le criticità:
Rischio di frammentazione: La separazione potrebbe ridurre la sinergia tra pm e giudici, rendendo il sistema meno efficiente.
Influenza politica: Un sistema separato potrebbe esporre i pm a un maggiore controllo da parte del potere esecutivo, compromettendo la loro autonomia.
Costi e tempi: L’implementazione di due carriere distinte richiederebbe una riorganizzazione complessa e dispendiosa.
Eventi Recenti: Le Proteste Durante l’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario
Durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2025, il tema della separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudice ha suscitato vivaci discussioni e proteste in diverse sedi giudiziarie italiane. A Torino, circa cinquanta magistrati hanno manifestato davanti al Palazzo di Giustizia, indossando coccarde tricolori e mostrando copie della Costituzione. Il momento culminante della protesta si è verificato quando la rappresentante del Ministero della Giustizia, Maria Isabella Gandini, ha preso la parola: un centinaio di magistrati hanno abbandonato l'aula in segno di dissenso. Tra loro, il procuratore capo Giovanni Bombardieri e l'ex procuratore Giancarlo Caselli.
A Napoli, durante l'intervento del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, numerosi magistrati hanno lasciato l'aula in segno di protesta. Il Guardasigilli ha sottolineato che "il colossale potere conferito alla magistratura dev’essere temperato non solo dalle leggi, ma anche dall’umiltà e il buon senso". La giunta distrettuale dell'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) di Napoli ha evidenziato che oltre 400 magistrati, tra cui alcuni pensionati, hanno preso parte alla protesta. Queste manifestazioni riflettono la profonda frattura tra magistratura e governo riguardo alla riforma dell'ordinamento giudiziario, in particolare sulla questione della separazione delle carriere.
Le Prospettive Future
A livello legislativo, alcune proposte di riforma mirano a introdurre la separazione delle carriere, prevedendo concorsi distinti per pm e giudici e percorsi formativi dedicati. Tuttavia, questa strada richiede una modifica costituzionale, poiché l’articolo 107 della Costituzione sancisce l’unità della magistratura.
Nel frattempo, il dibattito prosegue sia nelle aule parlamentari che tra gli operatori del diritto. Alcuni osservano che una riforma così incisiva dovrebbe essere accompagnata da garanzie solide per evitare che l’autonomia della magistratura venga indebolita.
Conclusioni
La separazione delle carriere tra pm e giudice rappresenta un tema cruciale per il futuro della giustizia in Italia. Se da un lato la riforma potrebbe rafforzare l’imparzialità e l’efficienza del sistema, dall’altro pone interrogativi significativi sul rischio di frammentazione e di perdita di autonomia. Il dibattito è tutt'altro che chiuso e merita un'attenzione approfondita, non solo da parte degli addetti ai lavori, ma anche dei cittadini, veri destinatari di una giustizia più equa e trasparente.